Carri bestiame

Che poi fanno bene eh

Intendiamoci, è anche abbastanza giusto che sia così. D’altronde uno dei modi migliori per scremare è proprio quello di escludere chi non ha la giusta dose di determinazione per accedere ai concorsi pubblici.

Ma poi ve le immaginate 1500 persone che fanno quello che gli pare, chi si va a fumare una sigaretta, chi prende il caffè, chi chiacchiera, chi batte i pezzi alle pischelle… Nah non se po’ fa.

Però, davvero, sono un sistema così vecchio e mal funzionante che non riesco proprio a capire come sia possibile che ancora non si lamentino tutti.

In pratica ti devi fare quattro ore di carro bestiame, ovviamente trattato come una vacca che va al macello, solo per poter avere la possibilità di partecipare a un test a crocette col quale verranno falciati il 70% dei partecipanti.

Altro giorno altra corsa. Un altro Natale in trincea (cit.) anche se siamo a marzo. Naturalmente, tutti questi “concorsoni” vengono svolti in quei giganteschi casermoni di fiera di Roma, che tutto sommato non sono neanche male, ma è proprio l’ambiente che mi disturba. Una specie di mix tra esame all’università e Romics.

Cinquemila persone in attesa davanti a un cancello, aspettando che venga aperto per permettere al bestiame di percorrere i lunghi corridoi che portano al macello.

Descrizioni

C’è la solita gente.

Il milanese che ha vinto un concorso al comune di Terni e spera di proseguire la sua carriera come segretario comunale. Parla tantissimo. Spiega a tutti che il corso che ha fatto gli è costato X euro e i docenti utilizzavano i vecchi codici con gli aggiornamenti. Ha fatto per quindici anni l’impiegato economico finanziario, ma non è riuscito a studiare scienze delle finanze.

Il gruppetto di tre amiche sirena uscite dall’Università, sedute sul muretto con il quaderno degli appunti evidenziato in cinque colori, in ordine di importanza. Si fanno domande tra loro, abbastanza specifiche, e quando una non risponde l’altra le spiega la ratio dell’addizionale IRES.

Il ragazzetto alto un metro e novanta, con lo smanicato e la camicetta, che sta palesemente finendo il praticantato allo studio Previti. Ha la barbetta e il portamento di chi è uscito dal de Merode, una dodici ore della Piquadro perché lui è smart, prima di varcare la soglia del cancello si toglie gli auricolari e spegne lo smartphone.

Ci sono un po’ di campani, palesemente molto più simpatici di tutti gli altri partecipanti, che si stanno fumando una sigaretta dall’odore un po’ particolare. Non glie ne frega un cazzo, stanno facendo il 100% dei concorsi d’Italia, prima o poi gli andrà bene.

La regazzetta un po’ alternativella con lo zaino kanken (o come cazzo se scrive) che sta perfettamente immobile davanti al cancello da circa quaranta minuti. Ha studiato, dice, e con un po’ di altezzosità, quando ti risponde a monosillabi, continua a guardare dritto davanti a sé.

Ah beh poi ci sono io. Sto in tuta, con la felpa arancione fosforescente e un giacchetto che pare uscito da un raduno di trekking. Non ho studiato un cazzo, ma quando apriranno i varchi mi metterò esattamente al centro della calca davanti al cancello, lasciando passare chi spinge più forte di me, perché non ho nessuna intenzione di accollarmi anche una litigata. Fatemi un in bocca al lupo. Crepi.

I concorsi

Comunque, in tutto ciò, non trovate che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato nel come sono concepiti i concorsi pubblici? Io sì.

Già non ho mai apprezzato i test a crocette in generale, ma poi questi sono fatti in modo da indurti in errore, è una cosa che non tollero proprio.

Ma vaffanculo, che vuoi valutare, se so di cosa stiamo parlando o se ho imparato a memoria abbastanza righe del banalissimo compendio Simone? 1000 pagine per diritto pubblico, privato, amministrativo, tributario, enti locali, economia e finanza, codice appalti, deontologia… all’Università 1000 pagine non erano manco diritto privato.

Poi, una volta passata la preselezione, è il momento di studiare un po’ per la prima prova. Non ho neanche letto di che tipo sarà, a crocette, tema, risposte brevi… Boh.

Resta il fatto che non ha senso assumere in questo modo. La valutazione della conoscenza nozionistica è utile, ma non si può esaurire l’interesse ad assumere in questo. A parte il fatto che le nozioni sono ovunque, quando ero a studio legale non ho mai scritto un atto senza cercare per ore la normativa più adatta, mai una volta l’ho saputa a memoria.

Ma che ne so io, io faccio il programmatore, e ancora cerco come si scrive il ciclo for ogni volta che lo devo scrivere, ho una pessima memoria. Colpa della droga? Bah.

Comunque, la gente del turno prima inizia a defluire, sembrano usciti da una caverna buia, tutti con gli occhiali da sole e gli occhi semi chiusi. Qualcuno è al telefono con la madre “no no tutto bene ma, non era difficile. Però capirai mo sta a vede chi vogliono fa entra che ne so se l’ho passato”

Tutto sommato è sempre un’esperienza abbastanza divertente.

Aggiornamento post preselettiva

Il tizio di Concorsi Smart (lo conoscete tutti, belli capelli), è stato tipo due minuti a fare la paternale a tutti perchè finito il concorso, ovviamente, hanno iniziato tutti a confrontarsi “È una mancanza di rispetto nei confronti dei vostri colleghi”

Che è pure vero.

Comunque, intorno a me, quindi nell’arco di 8 persone, tre hanno avuto problemi a rispondere a questo questito:

In un supermercato entrano 50 persone, e solo 12 di loro comprano del vino. Quanti, in percentuale, non ne hanno comprato? a) 35%, b) 76%, c) 60%, d) 24%. Mo, io non è per cattiveria. Ma questa è gente laureata, molti di loro sono dirigenti pubblici. Altri magari avvocati o praticanti, per carità. Però cazzo. Se hai difficoltà a rispondere a questa domanda, dovresti farti qualche domanda sulla tua vita. Il problema poi però è che questi sono quelli che si sono imparati a memoria la banca dati delle domande (che io, coglione, non sapevo neanche fosse disponibile per questo concorso, quindi sono più stupido di loro), e magari diventeranno segretari. Cioè, l’apice dell’amministrazione pubblica.

Ah fermi fermi, un pischello biondino con i ray-ban bianchi da vista e un orologio grande come la mia faccia (naturalmente camicetta e maglioncino celeste, se avete vissuto un po’ di tribunale avete capito perfettamente il tipo), mentre una pischella un sacco caruccia gli batteva i pezzi (beato lui) mi fa: “Ma secondo te, la domanda delle carte e del fumo com’era?” Io ci sono rimasto come uno scemo. Il questito era questo: Chi gioca a carte fuma molto (a), Mario gioca a carte (b), Mario fuma molto (c). E le risposte erano (non me le ricordo proprio precisamente, andrò un po’ a istinto): a) Da A e B non si può desumere C; b) Da A e C si può desumere B; c) Da A e B si può desumere C; d) Non è detto che Mario fumi.

A rega! Cioè, questo non è un regazzetto de 18 anni che non sa chi sia Greta Thumnberg. Questo era un praticante avvocato. Uno che ha studiato e che di mestiere (anche se al momento è in “tirocinio”) dovrebbe essere in grado di risolvere problemi logici, di accostare le norme ai propri interessi. Cioè, non è un lavoro banale. Come lo fai se hai avuto anche solo un abbozzo di dubbio su questa domanda?

Però vabbè, questo sicuro ha studiato, a differenza mia, quindi passerà almeno la preselettiva.

Vabbè me ne vado a letto con l’amarezza.

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